Juventus e fame di successo: un connubio che sembra essere eterno

La passerella di oggi non era possibile definirla tale nei giorni precedenti visto che l’avversario era una squadra comunque invischiata nella lotta per non retrocedere. Un punto strappato allo Stadium poteva rappresentare un tesoro per il Carpi, che nonostante sia sfuggito dalla zona rossa della classifica ancora non è salvo, tutt’altro. La vittoria del Palermo di oggi ha permesso ai rosanero di agganciarli e rimettere nuovamente tutto in gioco.

IL MATCH – Partita da biscotto dicevano alcuni, smentiti seccamente dalla prestazione messa in campo dalla Juventus, bramosa di portare a casa i tre punti anche a scudetto ormai archiviato. A partire dal portiere. Buffon ormai è una sicurezza e la parata di oggi ha confermato la serietà con cui è stata interpretata la partita. Poi ci si è limitato a gestire, considerato che la differenza di valori tecnici in campo, che nessuno si offenda, è stata disarmate.

GOL DALLA PANCHINA – Il gol del Profeta ha aperto le danze in un match che aspettava da ormai qualche minuto di essere sbloccato. La reazione del Carpi nel secondo tempo si è vista appena e ci ha pensato Zaza, modalità cecchino, a mettere la palla nuovamente alle spalle di Belec con un colpo di testa alla Llorente. Già proprio Zaza, un gol ogni 109 minuti, ben 5 da subentrato, ma fondamentali per una sua quasi certa convocazione per l’Europeo. Perché, checché ne dica qualcuno, è la panchina a fare la differenza, e se i gol li fa da subentrato tanto meglio: a dimostrazione di voglia, qualità e freddezza quando si viene chiamati in causa.

PRONTI A FESTEGGIARE – Le prossime due uscite saranno contro Sampdoria e Verona, squadre che, chi per un motivo, chi per un altro, non hanno più nulla da chiedere al campionato. 6 punti sono l’imperativo di Allegri che darà la possibilità a coloro che hanno giocato di meno di calcare il campo, provando, perché no, anche qualche nuov soluzione. Si chiuderà in casa, prima di sguinzagliare il pullman scoperto per festeggiare con il popolo torinese lo scudetto dei record, magari non dei punti in classifica, ma il quinto consecutivo, quello più difficile e che molti, a ottobre, stentavano ad immaginare.

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