Inter-Juve, una polemica da “Vecchi”

Sarà che l’euforia della vittoria gioca sempre brutti scherzi, sarà che gli animi erano al massimo dell’adrenalina e che i pensieri faticavano ad andare a braccetto col raziocinio. Sarà semplicemente che la voglia di trionfare era così imponente da dover sfogare tutto, e in ogni modo. O sarà, infine, che certe cose te le porti dietro: non conta dove tu sia, cosa tu stia facendo e per quale motivo ti danni così tanto per ottenerla.

Vecchi voleva la vittoria: l’ha ottenuta sul campo. Scaramucce, litigi, spinte a parte. L’ha legittimata quel pallone rotolato alle spalle di Audero, l’ha certificata quella coppa alzata al cielo. Eppure, non ha pensato solo a festeggiare. Ha aizzato, ha continuato, ha dovuto – per forza di cose – proseguire una querelle infinita. Con due colori che insieme, davvero, proprio non sanno starci. “Lo stile Juve esiste solo quando vincono”, ha azzardato. Denotando una questione ben precisa: che di stile, il mister, ha appena ammesso la mancanza.

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Tant’è: quel che conta, alla fine, è il risultato. E quest’ultimo premia l’Inter, nonostante due grandi gare da parte della Juventus. Ecco: chissà come dormirà Favilli. Il pensiero al doppio scontro sarà inevitabile, tanto quanto il diverbio con Vecchi: sì, perché il mister ne ha avute anche per lui. E questo, probabilmente, è l’estrema sintesi di una serata da dimenticare. In un’istantanea, l’autolesionismo all’italiana a cui il tecnico dell’Inter Primavera ha dato voce e caratteristiche.

Certo, Favilli non sarà stato un santo. Ma prendersela con un ragazzo di diciannove anni ha poche scusanti, in ogni caso. Ancor meno quando si è allenatori di una squadra giovanile. Pardon: insegnanti. Perché è quello, il senso: tenerli coi piedi per terra, indirizzarli, educarli a tutte le situazioni che una vita da calciatore potrà porre loro. Tipo una mezza rissa allo scadere di una finale.

Il buon senso indicherebbe quel meraviglioso atto che si confa nello smorzare i toni (e Grosso, infatti…); qualche movimento di fegato interno se ne frega e riga dritto. La solita, vecchia polemica da “Vecchi”. Che fatta dai ‘giovani’, fa più male.

CriCo

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