Sfuggente e imprevedibile: Alvaro Morata è la scheggia di Juve-Empoli

Grande, ulteriore passo, verso lo scudetto, grande, ulteriore prova, di Alvaro Morata. Stagione non perfetta per lui sino ad ora, ma nelle ultime uscite ha saputo stupire e, soprattutto, ha saputo dimostrare il suo valore. Menzione d’onore va per la partita di ieri sera contro l’Empoli, nella quale lo spagnolo è stato sicuramente tra i migliori in campo: rapido, sfuggente, imprevedibile. Quasi quanto il suo futuro.

MorataSPINA NEL FIANCO – Il numero 9 ha dato ampio sfoggio di tutte le sue caratteristiche tecniche contro i toscani, mettendo subito in mostra la sua dote migliore: l’incredibile accelerazione. Sì, perché quando Alvarito accende il motorino diventa praticamente inarrestabile. La sua prima fiammata si ha già al 4′ minuto, con la prima incursione sulla destra che si spegne però con un cross disinnescato da Skorupski. E’ solo il primo monito, poiché i motori rombano e chi lo osserva ha già capito che l’ex Real è più che in partita. Al 22′, per chi avesse ancora qualche dubbio, lo spagnolo sfiora un gol che avrebbe fatto cadere lo Stadium: attaccando da sinistra, e accentrandosi poi, con una bordata incredibile dalla distanza prende in pieno l’incrocio dei pali. Un gol che avrebbe fatto tremare i tifosi, anche se al momento, probabilmente, a tremare è ancora la traversa. Per chiudere il primo tempo in bellezza, al 28′ si fa protagonista di un’azione personale spettacolare, saltando due difensori e trovandosi a tu per tu col portiere. Come finisce il tutto? Con Bittante che lo abbatte in area ma senza rigore, data la giusta segnalazione di fuorigioco iniziale dell’attaccante. Chiamata molto, molto difficile, quasi quanto la serata dei difensori toscani contro un Morata del genere.

 

RISPARMIO ENERGETICO – Nella ripresa si stacca un po’ il piede dall’acceleratore. Continuare incessantemente a quel ritmo non sarebbe umano, ma lo spagnolo non smette di essere utile alla causa bianconera. Seppur con meno occasioni, riesce ad essere l’elemento “anarchico” della partita, capace di sfuggire facilmente alla retroguardia empolese. La squadra di Giampaolo si muove bene, ma il nueve lo fa anche meglio. Con il risultato di 1 a 0 e con la sostituzione di Mandzukic, Morata resta il punto focale dell’attacco juventino, e dopo aver raffreddato il motore per buona parte della ripresa si riaccende nel finale. Con l’innesto di Zaza iniziano buone combinazioni, anche se non molto incisive. Al 40′ c’è l’ennesimo allungo, l’ennesima falcata, l’ennesima accelerazione capace di mettere in crisi e spaventare, che si spegne però con la palla a bordo campo. E’ l’ultima zampata di una partita nella quale lo spagnolo ha dato tutto se stesso, e nella quale, pur senza la gioia del gol, ha dimostrato di saper essere un’arma devastante.

La serata non gli avrà concesso il gol, ma a chiunque avesse guardato la partita ha concesso la possibilità di osservare un giocatore straordinario: ritrovato, rinvigorito, meraviglioso e. torniamo a ripeterlo, totalmente imprevedibile. Sia in campo, sia fuori… con la “recompra” sempre, costantemente, a penzolargli sulla testa.

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