L’importanza di chiamarsi Leonardo Bonucci

I tanti infortuni che hanno attanagliato la Juventus in quest’ultimo periodo non hanno impensierito Allegri, che è riuscito a recuperare quasi tutti gli indisponibili, eccezion fatta per Dybala. Oltre a queste assenze c’erano quelle degli squalificati, ben 3, vale a dire Khedira, Alex Sandro e Bonucci. Proprio quest’ultimo ha rappresentato una pesante defezione per la squadra bianconera.

OTTIMO RUGANI – Non che il sostituto nella difesa a 3, vale a dire Rugani, abbia sfigurato, anzi, l’ex empolese si è reso protagonista di una prova più che positiva. Gli spunti principali che sono mancati sono stati quelli in fase d’impostazione, di cui spesso s’incarica il centrale viterbese. L’assenza di Khedira non ha certo reso le cose più facili, affidando la genesi della manovra juventina unicamente ai piedi di Marchisio e Pogba.

QUESTIONE DI PERSONALITA’ – Da sempre l’anima della Juventus è incentrata sull’aspetto mentale, spesso più decisivo di quello tecnico nel portare a casa le partite. Bonucci è uno dei totem in questo senso, che sprona la squadra a non mollare mai, anche nei momenti difficili. L’avversario di ieri non era certo il Barcellona o il Bayern Monaco, ma probabilmente è più difficile tenere alta la concentrazione in match di minor caratura. Probabilmente era l’aspetto che più di tutti poteva tendere una trappola al cammino della squadra verso lo scudetto. Ma così non è stato.

TESTA ALLA PROSSIMA Ora l’obiettivo è il match contro il Milan, dove sarà necessaria una prova di sostanza sotto tutti i punti di vista. Il rientro di Bonucci non può essere che positivo in questo senso, sia per l’apporto mentale che per quello tecnico. Sarà fondamentale, infatti, un suo ritorno alla regia, pronto ad impostare la manovra con lanci al millimetro e aperture di gioco, che nel match contro l’Empoli sono un po’ mancate.

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