Viareggio, domani la finale. La probabile formazione dei bianconeri e focus sull’avversario

Il cammino è iniziato sul campo di Santa Croce sull’Arno, contro gli argentini del Deportivo Camioneros. Da lì, la Juve, ricca di quelle che potremmo chiamare seconde linee, ha marciato inarrestabile verso la finale: Crotone, LIAC New York, Milan, Bologna e, infine, Spezia. Tutte sono crollate sotto i colpi dei ragazzi di Fabio Grosso, a volte in grado di dominare, altre invece di avere la meglio con la grinta e il cuore, come ad esempio è stato nella complicata semifinale contro lo Spezia, risolta soltanto ai calci di rigore. Tutto questo, però, è passato. Ora la testa deve essere tutta sul Palermo, perché il trofeo è davvero vicino.

La GuminaI rosanero in finale sono un’autentica sorpresa, ma hanno guadagnato sul campo l’accesso alla partita decisiva, trascinati da uno strepitoso La Gumina, capocannoniere del torneo e uno dei principali candidati al premio di Golden Boy. L’attaccante classe 1996, che ha collezionato anche 8 minuti in Serie A, sarà il pericolo pubblico numero uno, ma, ovviamente, la squadra allenata da Giovanni Bosi non si ferma a lui. Inutile citare i singoli: il gruppo fa la differenza. I rosanero, in campionato, sono secondi, a tre sole lunghezze dalla Roma e sono anche una delle squadre con meno stranieri in assoluto. Questa la probabile formazione per domani: Marson, Tafa, Maddaloni, Punzi, Tramonte, Costantino, Felchichi, Santoro, Giuliano, La Gumina, Bonfiglio. Schierati, nell’ordine, con un 3-5-2.

Grosso si prepara alla sfida con qualche dubbio. Tra i pali ci sarà Del Favero, con Lirola e Zappa sulle fasce e Blanco Moreno al centro. Corsa a tre per chi affiancherà lo spagnolo: Severin, Parodi e Coccolo si giocano una maglia. In mezzo, spazio a Macek e Cassata come mezze ali, mentre in cabina di regia se starà bene dovrebbe esserci Toure, con Bove come prima alternativa. In avanti molto dipende dalle condizioni di Kastanos. Se il cipriota sarà in grado di giocare, sarà titolare, probabilmente con Di Massimo e Pozzebon. Occhio, però, alle sorprese.

Edoardo Siddi

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