La sindrome degli eterni secondi colpisce ancora: Juve prima e soliti piagnistei

Il gol di Zaza nel finale della sfida contro il Napoli ha cambiato le carte in tavola. Da quel 13 febbraio è iniziato un altro campionato, era inevitabile. Il ritorno della Juventus in cima alla classifica dopo nove mesi non poteva che rendere questa stagione ancora più incerta. I suicidi di Roma e Inter, di fatto, hanno tolto ogni velleità tricolore alle due compagini, lasciando sul ring soltanto Juventus e Napoli, come tre anni fa, ma con una distanza ridotta. Solo tre punti dividono bianconeri e partenopei a otto giornate dalla fine: tutto può ancora succedere.

LA SOLITA SOLFA –  Se sul campo le incertezze sono aumentate, nei bar, sul web e nei salotti radiotelevisivi non si può dire la stessa cosa. La certezza è sempre la stessa per chi ha una fede diversa da quella bianconera: “Juve forte, ma aiutata dagli arbitri”. Ebbene, prima di quel 13 febbraio le menti del popolo anti-Juve erano pervase da altri pensieri. Gli errori arbitrali in Serie A c’erano (e ci saranno) come sempre, ma non si sentiva il bisogno di denunciarli. La Juve, dopo anni di dominio, era sotto. Ma poi, come nel più classico degli incubi, è tornata in cima alla classifica. Il Napoli non ha mollato e, grazie ad un ormai collaudato sistema di gioco e ad un Higuain stratosferico, è rimasto in scia.

L’ALIBI DI CHI NON VINCE MAI – E’ bastata, però, una vittoria con episodi dubbi nel derby della Mole per far scatenare gli orfani del “avete rubato un’altra partita”, mentre nel posticipo della stessa giornata non è stata data la stessa risonanza a errori arbitrali che hanno favorito l’altra squadra che sta lottando per lo scudetto. Perché? Le risposte sono sempre le stesse. Perché “nel dubbio si fischia sempre in favore della Juve”. Perché “quelli in favore della Juve sono decisivi”. Perché “non ci faranno mai vincere”. Tutto viene ridotto ad un semplice “sapete solo rubare”, ripetuto come un mantra da chi, nonostante il bel gioco e le vittorie, quello scudetto non riesce proprio a cucirselo sul petto. Cercano di convincersi che gli errori arbitrali, o presunti tali, siano la causa dei loro mali. Alcuni si accontentano di guardare un replay, altri non lo fanno nemmeno, o peggio ancora, strumentalizzano le immagini per sputare sentenze, per convincere gli altri, per rafforzare la loro opinione. E’ come mentire a sé stessi. Viene messo in secondo piano il ruolino di marcia da record che i bianconeri hanno intrapreso cinque mesi fa. Comportamento comprensibile da chi è costretto a rincorrere da una vita intera che si appiglia a qualsiasi episodio per giustificare, o meglio, screditare uno strapotere che sul campo dura da molto tempo.

Alfredo Spedicato

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