Quanto brucia l’illusione, Juve: ora, esci a testa bassa e impara

Fa male, eccome: respirare l’impresa, assaporarla e poi svegliarsi. D’un tratto, come quando un sole di primavera si trasforma in pioggia. Quella pioggia incessante, che cancella tutti i sogni. E quella pioggia, proprio nella serata quasi perfetta, s’è abbattuta sull’Allianz Arena: il sole del primo tempo, piano piano, ha lasciato spazio alla tempesta bavarese. Ha sbagliato, la Juve: tanto, troppo, per passarla liscia. E, si sa, gli episodi fanno la differenza. Non l’ha fatto il Bayern, ch’è stato lezioso a tratti, ma cinico quando è servito.

Quella rete di Pogba, quella cavalcata di Morata e quel dribbling in area di Cuadrado sembravano il preludio di una serata epica. Di quelle che tra qualche anno si sarebbero ricordate, con le lacrime agli occhi e il calore di qualche vecchio amico a fare da contorno. E quel primo tempo ha illuso, perché la Juve è stata bella: ha aspettato l’avversario, compatta, per poi colpirlo in contropiede. Qualcuno, quando le squadre sono rientrate negli spogliatoi, ha pure avuto paura di svegliarsi: sarà che questa notte la sognava da ormai una settimana. Poteva essere il delitto perfetto, ma è mancato un pizzico di follia. Per crederci ancora, per non aprire gli occhi.

Lewandowski dopo il gol del 1-2
Lewandowski dopo il gol del 1-2

Quanto brucia l’illusione, quando svanisce. Evapora, come ghiaccio al sole. E non rimangono tracce, perché nessuno ricorderà questa serata bavarese: conta il risultato, sempre. Le emozioni regalate da quei maledetti primi quarantacinque minuti saranno un lontano ricordo, tra qualche mese. Rimarrà la delusione, quella sì, forte: si sarebbe potuto fare di più, s’è sprecato troppo e il Bayern non ha perdonato. Da grande squadra qual è, s’intende.

“La Juve è uscita a testa alta”, dirà qualcuno. No, i bianconeri devono uscire a testa bassa dall’Allianz Arena. Se la sono giocata alla pari, fino al novantesimo erano ai quarti, ma devono imparare che alcune occasioni non si possono sprecare. Che certe notti non tornano, che sogno e incubo sono separati da qualche centimetro. Quelli che hanno negato il terzo gol a Cuadrado, per esempio, o quelli del fuorigioco di Morata, che forse manco c’era. Devono imparare, i bianconeri: a cogliere l’attimo, a superarsi, a non svegliarsi mai. Perché sognare, in fondo, è l’essenza della vita.

Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)

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