Evra sicuro di vincere: “Se ci crediamo battiamo il Bayern”

Ormai è acclarato che Patrice Evra è uno dei senatori della squadra, non solo dal punto di vista anagrafico. La sua concentrazione e la sua motivazione in vista della sfida con il Bayern lo dimostra. Per la Juventus, però, è dura considerando il pesante 2-2 dell’andata.

QUESTIONE DI TESTA – “E’ una questione psicologica: se noi giocatori crediamo nell’1-0, vinciamo, se invece andiamo all’Allianz Arena pensando di vincere 5-0, perdiamo – ha dichiarato a ‘Tuttosport’ – Possiamo fare male al Bayern, li rispetti però li puoi mettere sotto. Non è arroganza, ma l’anno scorso siamo andati in finale e tutti gli anni dobbiamo confermarci”.

“Tutta la gente pensa che la Juve sia sfavorita, che non si qualificherà, però noi ci crediamo perché se io non ci credessi chiederei al tecnico di non giocare – ha aggiunto – Nei primi venti minuti eravamo timorosi, questa è la verità. Ma se la Juve gioca fin dall’inizio da Juve allora ce la possiamo fare”.

“Penso che sia stata colpa nostra. Non dobbiamo vergognarci nel dire che all’inizio non c’eravamo mentalmente, non eravamo sicuri di noi stessi, eravamo un po’ febbrili. Questa è la verità, non abbiamo iniziato con tanta personalità e carattere. Poi si è visto, sotto di due goal, siamo tornati per pareggiare. Tuttavia, nel calcio, non devi reagire, ma agire. Ecco: per il ritorno dobbiamo agire… Penso però che il Bayern sarà più rispettoso. Al ritorno i tedeschi ci rispetteranno di più e noi ne dovremo approfittare”.

EvraIL GRUPPO JUVE – “La forza della Juventus è il gruppo, il mister lo dice sempre, anche noi lo pensiamo. Per esempio sono contento per Lemina, che non giocava da tempo e ha segnato a Bergamo: sono felice per lui, ha iniziato bene, poi si è fatto male e non ha più giocato”.

Evra siè soffermato poi anche su Lemina: “Ho detto a Mario che sarà determinante perché ha un grande talento. Voi lo vedete solo adesso, noi lo vediamo tutti i giorni in allenamento. Quando sei giovane non è facile non giocare, puoi anche mollare, lui invece ha tenuto duro e può fare la differenza. Quando sei alla Juve capisci subito che devi affrontare tutte le partite come se fossero una finale. Giocare bene, benino o male conta poco, dobbiamo vincere. Questo spirito non mi stupisce, così come non mi sorprende vedere Mandzukic fare il centrale o il terzino”.

Pogba, invece, non sta vivendo una stagione indimenticabile: “Il problema di Paul è semplicemente che… ha troppa qualità. E dunque quando sbaglia diventa una frustrazione perché tutti pensano che un giocatore del suo talento non debba sbagliare. Io gliel’ho detto: deve stare calmo, lavorare e ascoltare cosa gli dice il mister. Lui deve giocare come sa giocare, però è vero che qualche volta perde dei palloni, ma lui è uno che ci prova e non si nasconde”.

“Per esempio, contro il Bayern, nei momenti di difficoltà lui era il giocatore in più che chiedeva la palla.  Noi abbiamo bisogno di giocatori così, però quando sbagliano tutto il mondo inizia a parlare. Lasciamolo tranquillo perché Paul vuole aiutare la squadra, fare gol e servire assist: con lui in campo io sono sereno”.

CORSA SCUDETTO – “Quando sento dire ‘Le vittorie della Juve sono una bella risposta al Napoli’ mi viene da ridere. Io al Napoli non penso proprio, non guardo neanche il risultato, vedo solo la Juve. Ogni vittoria è uno stimolo per la partita successiva”.

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