Un tema in bianco e nero: tra record e tiki taken

La cavalcata bianconera non si ferma, ancora due vittorie in una settimana. Nessuna passeggiata, siamo in serie A non nella Liga, ma nessun tentennamento, nessun dubbio sul risultato finale. Ed un ritmo che raccoglie record che si aggiungono di continuo al palmares dei bianconeri, e non si sa mai cosa raccontare per prima.

Sicuramente la vittoria di Bergamo è servita soprattutto a dare la sveglia dopo le distrazioni vittoriose di Coppa Italia. E poi a mettere sul tabellino dei marcatori due nomi nuovi, Andrea Barzagli la roccia, difensore dalle immense qualità e dal grandissimo rendimento che però in gol ci va raramente. Meritatissimo. Il secondo di Lemina, il giovane emulo di Pogba che fa un raddoppio che dimostra tutta la sua grande qualità, un gol da campioni che promette quello che il francesino potrà diventare una volta recuperata la forma fisica migliore e la giusta continuità.

Gol di qualità che fa il paio con la pennellata contro il Sassuolo di Dybala , fresco di chiamata in nazionale argentina benedetta anche da Messi. Il duetto con Cuadrado costruisce un’azione per palati calcistici fini e marca la distanza con il Sassuolo, una quasi grande che le grandi le ha battute un po’ tutte. Ma la Juve delle ultime 20 gare è di un altro pianeta. Nel finale ha dovuto lavorare anche molto la difesa, quel muro di gomma insormontabile che ha supportato Gigi Buffon ad incoronarsi anche nei numeri (salvo improbabili sorprese nei primi 5 minuti del derby) il più forte portiere italiano di tutti i tempi. Più forte anche di Dino Zoff, probabilmente. Non ce ne voglia Sebastiano Rossi, ma per lui è stata solo una questione di numeri. L’ultimo gol subito (e ininfluente) risale agli albori del 2016 e fu firmato da Cassano. L’unico al mondo che pensa che Dybala sia solo un buon giocatore.

Juve-Sassuolo Dybala

Poi si potrebbe parlare del gioco sulle fasce che ha raggiunto ieri quasi la perfezione (Cuadrado e Alex Sandro due guastatori imprendibili), di Mandzukic sempre più assatanato anche quando non va in gol. Ma incombe l’Europa, e che Europa. Mentre quasi tutte le formazioni italiane passano ormai i giorni feriali a giocare partitelle in famiglia, la Juventus mercoledì affronta il ritorno a Monaco. Cinque a zero, quattro a uno e cinque a uno il ruolino casalingo dei bavaresi in Champions, tanto per capirci. Però lo squadrone di Guardiola per mezz’ora siamo riusciti già a metterlo sotto allo Stadium.

Allegri l’ha detto chiaramente: si può pensare prima di neutralizzare l’assalto teutonico (e se rientra Chiellini abbiamo il quartetto più forte d’Europa, che ce la può fare) per poi provare l’assalto nel finale. Ma è altrettanto logico immaginare di poter sfruttare i punti deboli dei pluricampioni di Germania, che sono esclusivamente in difesa. Palla al piede il Bayern può diventare soporifero e far scorrere troppo in fretta il tempo. O viceversa il tiki taken può diventare ipnotico per allentare le difese nervose dei bianconeri (c’è già riuscito) e poi colpire. La soluzione dell’attacco, avendo ancora negli occhi la partita double face di Torino, mi sembra più attraente. Ma se sbaglio tattica io non conta.

Salvatore Arpaia

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