Bayern-Juve, tre motivi per crederci e tre imprese da ricordare

La carica e la grinta dell’andata allo Stadium, di certo, non svaniranno in pochi giorni. La Juventus scenderà all’Allianz Arena proprio con la stessa fame di quella sera a Torino, quando gli uomini di Allegri sono riusciti a rimontare, pareggiandola, una partita che sembrava già scritta. Ma ci sono forze che non muoiono mai e quella sera i giocatori del Bayern Monaco l’hanno capito. Ci sono sentimenti che vanno avanti sempre e che sono in grado di far uscire fuori tutta l’energia possibile, fino all’ultimo istante. Ora, non resta che crederci ancora, perchè il primo atto è stato scritto, ma il secondo si presenta ancora più da cardiopalma. Andare a Monaco con un solo obiettivo: passare il turno. E, per i più scettici, ecco tre prestazioni in Europa da incorniciare e tre motivi per crederci.

QUELLA NOTTE AL BERNABEU – Forse, una delle migliori performance in Europa della Vecchia Signora. Quella notte al Bernabeu gli applausi furono tutti per Alex Del Piero. Una standing ovation da brividi per il capitano della Juventus, dopo una doppietta realizzata e una vittoria portata a casa tra l’entusiasmo generale. Era il 5 novembre 2008 e i bianconeri sbancarono il Bernabeu dopo 46 anni. L’ultima vittoria, infatti, risaliva al 1962, anno in cui si imposero sugli spagnoli per 1-0 grazie al gol di Omar Sivori. Una vera impresa, quella realizzata dalla squadra di Ranieri che portò la Juventus al primato del girone. E quell’impresa è rimasta nella storia, non solo per la splendida prestazione, ma anche e soprattutto per la doppietta di Del Piero. Una delle sue serate migliori, che rimanda al primo motivo per cui crederci: il guizzo del fuoriclasse. Nel 2008 c’era lui, oggi i campioni non mancano a Massimiliano Allegri: Dybala, Pogba, uno di loro potrebbe essere decisivo e tirare fuori quel coniglio dal cilindro che risolverebbe partita e qualificazione.

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L’IMPRESA AL CAMP NOU – 22 aprile 2003, un altro dolce ricordo. I bianconeri battono il Barcellona e volano in semifinale. Un’altra prestazione da incorniciare, quella. L’andata a Torino era terminata 1-1 grazie ai gol di Montero e Saviola. Il ritorno fu un vero e proprio successo per la Juventus. Il risultato finale recitava 1-2 e semifinale agguantata. I marcatori? Nedved, Xavi e Zalayeta. Due gol per portare a casa la qualificazione e far alzare il morale alle stelle. La Juve non vinceva al Camp Nou dalla stagione 1970/1971, quando si impose con le stesso risultato: 1-2, gol di Hatler, Bettega e Marcial. Quella notte del 2003  la squadra di Lippi realizzò l’ennesima impresa e questo grazie, anche, alla forza del gruppo. Ed eccolo il secondo motivo per crederci: la forza del gruppo. Perchè, oltre ai singoli, è quello che conta. Conta la squadra, conta il valore di ogni singolo giocatore sommato e conta il risultato, perchè mica è detto che a vincere sia sempre il più forte.

 

IL BAYERN SCONFITTO – Se si parla di Bayern-Juve, questa non può mancare. Se non altro perchè la Juventus uscì vincitrice dall’Olympiastadion nel 2004, grazie ad un gol di Alex Del Piero. Era il 3 novembre e i bianconeri riuscirono a battere il Bayern nella gara dei gironi. Un’altra impresa che portò alla vittoria del girone. L’andata era finita allo stesso modo: vittoria della squadra di Capello e tre punti conquistati. Il ritorno non passò inosservato: altra vittoria, per 1-0 con tap in vincente di Del Piero dopo un tiro di Ibrahimovic. E non è finita qui, quella gara è passata alla storia anche per un altro motivo: la Juventus è stata l’unica italiana a vincere nel vecchio stadio di Monaco. E allora eccolo il terzo motivo: il cuore oltre l’ostacolo. Si può saltare l’ostacolo, aggirarlo, prenderlo di forza e spostarlo. Ma si può comunque superare. Perchè l’importante è continuare su quella strada, poi, in un modo o in altro, ci si può riuscire.

Tre dolci ricordi, tre motivi e tanta voglia di impresa. Perchè, alla fine, conta solo esserci. Ai quarti di finale.

Moira Marchetti 

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