Caro Paul, meno dribbling e più concretezza

Nella stagione 2015/2016 la gloriosa maglia numero 10 della Juventus ha cambiato proprietario: dopo l’addio di Tevez, infatti, la pesante divisa è stata consegnata a Paul Pogba, anche perché è stato lo stesso giocatore francese a richiederla. Le aspettative dei tifosi bianconeri verso il loro nuovo numero 10 sono state subito altissime visto che quella maglia riporta a grandi giocatori del passato: da Platini a Del Piero, senza dimenticare Baggio, Sivori e tanti altri. Pogba, all’inizio, ha sofferto un po’ il peso della 10 sulle spalle (emblematico il fatto che a inizio stagione si faceva segnare un +6 scritto in pennarello), anche perché essere un numero 10 vuol dire anche essere un leader e un faro in campo per i propri compagni, ma poi si è abituato ed è entrato nel ruolo, anche se a volte eccede in preziosismi fini a se stessi che fanno dubitare sulla scelta della società di affidargli la gloriosa maglia.

TEVEZ E POGBA: DUE 10 COMPLETAMENTE DIVERSI – Pogba messo anche un po’ in discussione dai tifosi per il fatto che gli stessi sostenitori bianconeri hanno ancora negli occhi le giocate del loro ultimo numero 10, Carlitos Tevez, che ha un modo di giocare completamente diverso da Pogba: se il francese infatti fa della tecnica e della fisicità le sue armi principali, Tevez dal canto suo rispondeva con grande grinta e con un senso del gol fuori dal comune. Probabilmente è questo che i tifosi della Juve vorrebbero da Pogba: assomigliare un po’ di più a Tevez, giocando con meno dribbling e più grinta! Paul a volte ci prova, ma spesso si specchia troppo su se stesso e diventa irritante. Deve capire che un numero 10 non può fare solo un paio di grandi giocate a partita e poi gigioneggiare (termine caro a mister Allegri), ma essere sempre sul pezzo. Quando lo capirà, e lo sta già iniziando a capire, diventerà inarrestabile.

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PAUL, NUMERO 10 ANOMALO – Pogba, però, è anche un po’ sfortunato: agli occhi dei tifosi, infatti, un numero 10 dovrebbe essere anche un grande bomber, e il fatto che il francese giochi a centrocampo e che, quindi, segni meno rispetto a un Tevez, a un Del Piero, a un Platini, influisce sul giudizio complessivo. Pogba, quindi, è un numero 10 un po’ anomalo, più un rifinitore che un goleador, e questo in alcune partite gli può pesare in maniera negativa: Paul ha un gran tiro, ma non riesce a centrare sempre la porta e risolvere partite complicate, ma è proprio questo che si richiede a un numero 10. Deve quindi trovare la soluzione nel mezzo: non deve sempre cercare di risolvere la partita da solo, ma può anche risolverla con un assist decisivo.

 

La cosa certa è che affidare la gloriosa maglia a Pogba è stato un gesto di grande fiducia da parte della società, e anche un messaggio alle tante pretendenti per il francese: strappare il nuovo numero 10 alla società di via Galileo Ferraris non sarà affatto facile. Pogba, dunque, gode della fiducia della proprietà e anche dei tifosi, che lo adorano e lo ritengono un giovane fenomeno: ora tocca a lui rispondere sul campo con prestazioni da numero 10, magari con meno giocate funamboliche e più concretezza

Simone Calabrese

 

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