Atalanta-Juve, le pagelle dei bianconeri: Barzagli perfetto, Pogba croce e delizia

Era importante vincere, per rispondere al Napoli: la Juve l’ha fatto, su un campo difficile. Non è un modo di dire: il manto erboso dell’Atleti Azzurri era davvero in pessime condizioni. E la qualità del gioco ne ha risentito. Ma due marcatori inattesi, Barzagli e Lemina, sono riusciti ad abbattere il muro atalantino: ecco le pagelle dei bianconeri!

BUFFON, 6.5 – Ormai è chiamato in causa solo nelle partitelle d’allenamento, ma quando capita che qualche pallone transiti per le sue zone, Gigi è sempre pronto: è il cardine di questa squadra.

LICHTSTEINER, 6 – Il treno svizzero è impeccabile in difesa, ma non era facile fare tanto in avanti. E, infatti, non crea più di tanto. Anche perché ci pensano gli altri.

BARZAGLI, 7 – La prima e unica rete in bianconero era arrivata contro l’Atalanta, in occasione dell’addio di Del Piero. Oggi, di nuovo contro gli orobici, si concede il bis. Il resto è ordinaria amministrazione: perfetto in difesa, non si passa.

BONUCCI, 6.5 – Settimana da incorniciare, per Bonnie: segna un gol all’Inter, nel posticipo, si prende la finale di Coppa Italia tra mille difficoltà e anche contro l’Atalanta è perfetto, al solito. In impostazione, non è facilitato dal terreno.

EVRA, 6 – Il francese è preciso e ordinato in difesa e si propone in avanti, senza però creare grossi affanni. La sua esperienza è sempre importante e lo sarà ancora di più a Monaco, tra due settimane.

KHEDIRA, 6.5 – Come sempre, dà equilibrio al centrocampo bianconero. Che, senza lui e Marchisio, va in difficoltà. Questione di mentalità e anche di dinamismo, che gli consente di trovarsi spesso davanti alla porta: essenzialmente fondamentale. (LEMINA, 6.5 – Allegri gli chiede di continuare il lavoro di Khedira, ma lui fa di più: azione personale d’autore, tiro d’esterno e gol pazzesco. Il secondo in campionato, in pochi spezzoni di gara).

MARCHISIO, 6 – Il terreno non lo aiuta nel suo compito di regista, ma il Principino è garanzia di qualità. Non è un caso che con lui in campo non si perda, perché il suo apporto è sempre importante, sia dal punto vista tecnico che mentale. E, dopo tante parole, fa parlare il campo.

POGBA, 6 – Ecco, il Paul dei primi minuti era da dieci. Poi s’è iniziato a innervosire o chissà cosa ed è scomparso. Certo, quando s’accende è devastante, ma non può prendersi delle pause tanto lunghe. Alterna giocate disumane a bambinate, che gli costano anche un giallo.

PEREYRA, 6 – Torna dal primo minuto e, finché il fisico regge, fa pure bene. Insieme a Dybala, detta i tempi dell’azione offensiva, creando pure qualche occasione interessante. Prestazione che lo aiuta a riprendere il ritmo. (ALEX SANDRO, sv – Entra un po’ nervoso, ma può fare poco nei minuti che gli concede il mister).

MANDZUKIC, 7 – Lo spettacolo non gli interessa, ma è tremendamente concreto: tanto lavoro sporco e pure un assist. Il croato è un guerriero e, su questo campo rognoso, le sue doti si esaltano ancora di più. Indomabile.

DYBALA, 6.5 – Il corpo di un ventenne, la mente di un vecchio. E la classe di Dybala, perché quella è unica. Ogni rimbalzo è un terno al lotto, ma lui riesce sempre a controllare: di spalla, di testa, di petto. Gli manca solo il gol, ma arriverà. (MORATA, sv – Non ha il tempo di incidere, lì dove ha segnato la prima rete in bianconero).

ALLEGRI, 6.5 – Il gol di Barzagli, improvviso, sblocca una partita che poteva diventare ostica. Reja azzecca i cambi nella seconda frazione e crea qualche grattacapo, ma Max sa porre subito rimedio: Lemina, subentrato, chiude i conti.

Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)

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