Questione di Principio… Paolino: “I nostri rivali disperdono energie in inutili piagnistei. Bayern? Non fidiamoci delle chiacchiere”

Siamo pronti per il secondo appuntamento del 2016 con “Questione di Principio… Paolino“. Dal razzismo alla questione arbitri, passando per la situazione attuale dei bianconeri ed un record troppo poco celebrato: Principio Paolino ha gentilmente risposto alle nostre domande toccando tutti i temi più caldi del momento.

– Dagli insulti di De Rossi a Mandzukic ai “buu razzisti” rivolti a Koulibaly, passando per i cori inneggianti al Vesuvio che vengono spesso intonati negli stadi: la cultura sportiva, in Italia, è ancora lontana anni luce…

Non possiamo pretendere che si cambi la cultura sportiva negli stadi quando i potenti mezzi di comunicazione permettono a certi personaggi di fare del terrorismo mediatico. Alcuni soggetti non si rendono conto delle grosse responsabilità che hanno, accecati dall’invidia verso la società italiana da sempre più capace e competente. Ma la colpa non è loro, quanto piuttosto di chi li fa ancora parlare, credendo di privilegiare l’audience anche a scapito del fantastico spettacolo quale è il gioco del calcio.

– Nella settimana che ha preceduto Juventus-Napoli non si è fatto altro che parlare di arbitro e sistemi vari, quasi dimenticando i mille spunti che offre una gara del genere per parlare di campo. Prendendo spunto da un capitolo del tuo libro “La Juventus di Buffon”, la storia degli aiutini è l’alibi di chi non sa vincere…

Quella frase a effetto del nostro capitano è diventata un motto per spegnere le infuocate lamentele dell’Italia antijuventina. Massì, in fondo ci siamo abituati e da un lato va anche bene così: ogni volta che i nostri rivali devono affrontarci, mi sembra che disperdano un sacco di energie in un inutili piagnistei, alimentando la cultura del sospetto, invece dovrebbero imparare da noi, che facciamo di tutto per mantenere alta la concentrazione. Alla fine si è fatto di nuovo tanto rumore per nulla: Orsato, che in altre circostanze non mi è proprio piaciuto, è stato impeccabile, e la Juventus ha ottenuto un successo senza recriminazioni.

– Con la vittoria allo Juventus Stadium contro il Napoli, la Juve ha raggiunto la prima posizione in classifica e allungato la striscia di vittorie che va avanti da 15 gare. Possiamo definirla la vittoria di Allegri, che ha avuto il coraggio di cambiare in una gara così importante?

Al di là delle competenze tecniche, di Allegri continua a piacermi la straordinaria serenità che riesce a trasmettere alla squadra. Certo, c’è tanto di suo nel successo sul Napoli e nell’impronosticabile rimonta bianconera. A proposito di record, ce n’è uno che viene poco celebrato ma che a mio avviso è impressionante: la Juve è reduce da otto vittorie consecutive in trasferta, e pensate che, in tutta la sua storia, era arrivata al massimo a sei, peraltro in due sole stagioni, nel 1949-50 e nel 1976-77.

– Molti hanno definito quella tra Juventus e Napoli la sfida scudetto, ma decisivi saranno con ogni probabilità i prossimi mesi, in cui le due squadre si troveranno anche a fare i conti con gli impegni di coppa. “Le riserve non sono riserve, sono giocatori della Juventus”, ha dichiarato Allegri. Quanto sarà importante il loro apporto nei prossimi mesi? Come deve gestire le risorse il tecnico bianconero?

Devo ammettere che, dopo la nostra falsa partenza, non riuscivo a comprendere il senso del mercato estivo. Ora, invece, mi appare tutto più chiaro. In questo momento la Juve può contare su una rosa molto più ampia di quella del Napoli, il che alla lunga potrebbe pesare in maniera decisiva. Si è cercato, insomma, di consegnare ad Allegri un gruppo di giocatori in cui la differenza tra titolari e riserve fosse minima, pur passando da un iniziale periodo di rodaggio che pareva catastrofico e che invece era semplicemente fisiologico. Lo scontro diretto è stato emblematico: noi avevamo i cerotti, specialmente in difesa, mentre loro erano al completo. Vorrei comunque fare i complimenti al Napoli e alla sua tenuta mentale. La squadra di Sarri subisce poco pur non avendo una difesa più forte che in passato, il tutto grazie a un efficacissimo possesso palla. Sarà un avversario tosto.

– Dopo la trasferta di Bologna, arriverà a Torino il Bayern Monaco. Che tipo di gara sarà quella tra i bianconeri e i tedeschi?

Intanto non dobbiamo fidarci delle tante chiacchiere che si stanno facendo nel loro ambiente e soprattutto intorno all’allenatore: ricordiamoci che il Bayern, non troppo tempo fa, ha realizzato il triplete con Heynckes, eppure tutti sapevano che a fine stagione sarebbe arrivato Guardiola. In questo momento condividiamo con loro l’emergenza in difesa, e questo potrebbe essere un aspetto da non sottovalutare. Ultimamente ho visto qualche loro partita e per me lo spauracchio resta quel fenomeno di Robben. Comunque affronteremo una delle squadre più forti del mondo, questo non lo scopro io, per cui non basteranno due prestazioni normali.

– La Juventus, nell’ultimo periodo, ha messo le mani su molti dei giovani talenti italiani, tra cui spiccano Berardi e Mandragora. Il caso Verratti ha insegnato tanto alla dirigenza bianconera. C’è qualcuno che credi possa diventare un elemento fondamentale per la Juventus?

Sono d’accordo sul caso Verratti e continuo a sostenere in maniera energica la politica dei giovani, pur ricordando che l’argomento sia estremamente delicato. A proposito di mercato, si parla tanto anche di Lapadula: venerdì scorso, contro il Vicenza, il bomber italo-peruviano del Pescara ha pareggiato al 93′ con una rovesciata pazzesca, eppure a fine gara si è detto non del tutto soddisfatto per aver fallito alcune ghiotte opportunità. Mi sembra l’atteggiamento giusto: una cosa fatta bene, può essere sempre fatta meglio, diceva Edoardo Agnelli.

A Principio va un sentito ringraziamento da parte della redazione di SpazioJ.

Intervista a cura di Corrado Parlati

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