La strategia bianconera per arrivare a Saponara, con la chiave Lapadula

Il mercato è finito da poco più di una settimana, ma in Corso Galileo Ferraris sembra non finire mai. La sessione invernale è servita perlopiù a mettere le mani su qualche giovane di belle speranze (vedi Mandragora ndr.) ma non solo. E’ servita soprattutto per tenere vivi certi rapporti e allacciarne di altri. L’affare Mandragora permette di avere alla Juventus una corsia preferenziale con il Pescara, che ha individuato in Gianluca Lapadula un elemeno da cui possono dipendere imprtanti dinamiche di mercato.

CHIAVE LAPADULA – Al momento il Pescara vive un buon momento: terzo posto alle spalle di Cagliari e Crotone e vista quindi sulla massima serie. E pure Lapadula, che finora ha timbrato 15 reti in 24 partite disputate. Il 26enne natio di Torino è praticamente stato bloccato da Fabio Paratici, in attesa di agire e iniziare una serie di mosse a mercato ora chiuso. Nelle ultime ore di gennaio il Chievo voleva sottrarre Lapadula al Pescara dopo aver ceduto Paloschi, ma tutto è nato e morto lì, con una porta sbattuta in faccia da parte della dirigenza del Pescara. Impensabile infatti privarsi del proprio bomber a metà stagione con obiettivi così importanti in ballo.

SOGNO SAPONARA – Ecco perché la strategia bianconera piace, perché assicura che sia Lapadula che Mandragora rimangono fino al termine della stagione in Abruzzo. E quando si arriverà alle porte di giugno con il mercato che incombe, il discorso potrebbe interessare ed intrigare anche l’Empoli. I toscani hanno in mano quel Riccardo Saponara che tanto piace ai bianconeri e su cui pensano di investire proprio in estate. Il classe ’91 di Forlì vale almeno 15/20 milioni di euro, la Juventus vuole puntare sulla chiave Lapadula e altre contropartite tecniche per abbassare la parte monetaria. Oltre all’attaccante infatti si parla anche di Magnusson, sempre di proprietà della Juventus e in prestito al Cesena in B. Entrambi sono profili interessanti e che piacciono all’Empoli. Insomma, il tavolo è imbastito: le premesse per una buona risucita delle portate ci sono tutte con chef così.

 

Oscar Toson

 

 

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