Chi la dura la vince: possesso palla e pragmatismo, Frosinone ko

Innalzare mura alte quanto quelle di un castello aragonese serve a ben poco con la Juventus. Prima o poi arriva il colpo di genio che ti risolve le partite. Non solo. I bianconeri giocano palla a terra. La miglior soluzione per fronteggiare i centrimetri erculei dei ciociari.  Far girare la sfera con continuità, senza mai perdere speranza nel trafiggere Leali. Parola d’ordine, fiducia. Nei propri mezzi, nello spirito del gruppo. Nelle quattordici vittorie consecutive di fila. Alzare il ritmo del match, nonostante questa incredibile diga eretta dai “canarini”, appare però una mossa che produce i frutti sperati.

Tutto noioso finché non arriva Cuadrado. Ancora lui, l’eroe della provvidenza. Raccogliendo il cross di Alex Sandro (decisivo pure il brasiliano) l’ala colombiana porta in vantaggio la “Vecchia Signora”, spianando il percorso verso i tre punti. Diciamoci le cose come stanno: non è stata una Juve brillante. Forse, il termine più adatto sarebbe “pragmatica“. Oppure, cinica. Eppure, nonostante tale atteggiamento, la fluidità del gioco resta sempre un aspetto dominante. Esempio pratico. In avanti Dybala e Morata non riescono a ricevere palloni per via della marcatura stretta di Gori e Blanchard? Benissimo, allora meglio ripartire dalla difesa. Impostando, ragionando. E quindi, al termine dei novanta minuti, vincendo.

Probabilmente i partenopei già ne sono consapevoli, ma ripeterlo non fa mai abbastanza male. A Torino giocherà una formazione completamente diversa dalla brutta copia del “San Paolo”. In fin dei conti, quasi tutti sapevano che la vera “Zebra” avrebbe iniziato a galoppare, prima o poi.

Paolo Panico

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