Juve-Inter, l’analisi del centrocampo: ottima prova della mediana, Cuadrado è super

Tre a zero, e la striscia vincente della Juve continua a crescere. I bianconeri nella semifinale d’andata di Tim Cup, infatti, riescono a superare agevolmente l’Inter, ipotecando la finale. Allegri veste la squadra con la solita veste tattica: 3-5-2. Cambia qualche uomo, ma non cambia il risultato. Protagonisti di serata Juan Cuadrado, Morata ( che va in rete al 36’ e al 63’) e Dybala (in gol al 83’). Ottima la prova fornita dalla mediana: sugli esterni agiscono Cuadrado ed Evra, mentre al centro il terzetto è composto da Pogba, Marchisio e Asamoah.

NEL MEZZO – Il centrocampo bianconero, anche se rivoluzionato, riesce ad avere nettamente la meglio su quello nerazzurro, adoperando tre semplici ingredienti: ordine, impegno e incoscienza. Veloce, pulita e intelligente risulta la manovra in fase di possesso, cattiveria agonistica e sacrificio caratterizzano, invece, la fase di ripiegamento. A dettare i ritmi c’è l’inossidabile Marchisio, il principino con grande saggezza dà i tempi alla squadra, nonostante il pressing asfissiante di Liaijc e Medel. Il numero 8 al ricamo aggiunge la legna, ottimo in fase d’interdizione, riesce, infatti, spesso a frenare le ripartenze avversarie. Intelligenza tattica e appartenenza, Claudio si conferma ancora una volta inamovibile. Più che sufficiente la prova di Pogba, il francese non brilla (forse perché relegato al ruolo di mezz’ala destra) come al solito e allora abbandona la forma concentrandosi sulla sostanza. Il numero 10 ci mette il fisico e da battaglia ai vari Felipe Melo, Kondogbia e Medel. Allegri detta e Paul esegue alla lettera, per diventare il numero uno questa è la strada giusta. Il ruolo di mezz’ala sinistra è affidato ad Asamoah, che prende il posto dell’influenzato Sturaro. Il ghanese è perfetto (in effetti Allegri l’aveva detto: “Tenere fuori Asa è durissima”), con la sua corsa e la sua dinamicità riesce a risultare un valore aggiunto: copre, s’inserisce, crea. Se c’è da rincorrere o da sfruttare uno spazio lasciato libero Kwandwo c’è sempre. Il reparto è pieno zeppo di campioni ma un Asamoah così potrebbe risultare fondamentale in questa seconda parte di stagione.

EQUILIBRIO ED INCOSCIENZA – Di alto livello la prestazione offerta dagli esterni di centrocampo: Cuadrado, a destra, ed Evra, a sinistra. Il colombiano è in stato di grazia, le sue accelerazioni sono la più grande spina nel fianco della squadra nerazzurra. Il rigore trasformato da Morata e il rosso rimediato da Murillo sono frutto della verve dell’ ex-Chelsea, scatenato e imprendibile. Ma i dribbling ubriacanti e le ripartenze fulminee non sono tutto, Juan infatti è autore di una perfetta fase difensiva, segno che i consigli del tecnico livornese cominciano ad andare a buon fine. Marotta è stato chiaro l’intenzione della Juve è quella di riscattare il colombiano, lui del resto comincia a metterci davvero del suo. Perfetto Evra, il terzino francese si conferma inappuntabile, che a puntarlo sia D’Ambrosio, Nagatomo o Liaijc poco importa, non si passa. Prezioso in ripiegamento, pronto in fase di spinta, personalità da vendere e da prestare ai compagni, Patrice deve solo firmare il prolungamento al più presto. Monsieur Evra lascia spazio sul finire della ripresa ad Alex Sandro, il brasiliano ha pochi minuti a disposizione, ma quelli che bastano per frenare qualche iniziativa di D’Ambrosio e dare saggio di discesa palla al piede.

Carlo Iacono (@CarloIacono7)

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