Diritti tv – Premier League e Serie A, un profondo abisso

Accendi Sky. Edizione del mercato della mattina e tra le notizie ce n’è una che ti colpisce. Non è un colpo della Juve. No. “Il Newcastle mette a segno due acquisti. Jonjo Shlevey e Saivet acquistati per 22 mln di euro. Rimanere in Premier è fondamentale”. Rimani con la bocca aperta. Controlli la classifica della Premier League e i Magpies sono penultimi. Ti poni delle domande. E decidi di informarti del perché di questo investimento.

Rimanere in Premier significa incassare una cifra intorno ai 120 di euro nella prossima stagione. Questa è la risposta alle nostre domande. Spieghiamo subito il perché e quali sono le differenze che distaccano in maniera così forte ed evidente il modello inglese da quello italiano.

Nel triennio 2013-2016 la Premier dalla cessione dei diritti televisivi ha incassato 3,018 miliardi di sterline (cifra relativa solo alla vendita in Inghilterra) ai quali si sono aggiunti circa 744 mln di sterline l’anno provenienti dalle tv estere. In euro sono circa 2.02 miliardi (cifra approssimativa dato il tasso di cambio tra euro e sterlina).

RIPARTIZIONE IN INGHILTERRA – Per i diritti nazionali il 50% viene diviso ugualmente tra le società. Il 25% viene assegnato in base al numero delle volte in cui un match viene trasmesso (“Facility Fees) e il restante 25%, ovvero il “Merit Fees” è dovuto al piazzamento della stagione precedente. Gli introiti dall’estero vengono, comunque, ripartiti in maniera paritetica tra i club. Dunque, stando ai dati della stagione in corso 2015-2016, poco più del 65% degli introiti totali viene ripartita in maniera equa e il restante 35% è dato dalle voci Facility Fees e Merit Fees (non tutte le partite del campionato inglese vengono trasmesse, ndr).

RIPARTIZIONE IN ITALIA – In Italia le risorse Economiche prodotte dalla vendita dei diritti TV sono divise in varie categorie:
1) quota nazionale;
2) quota internazionale;
3) Coppa Italia e Supercoppa;
4) programmi in chiaro.
A queste voci vanno dedotte poi le Commissioni di Infront, una quota destinata alle giovanili e alla serie dilettanti, uno 0.05% per l’Autorità garante per le Telecomunicazioni e 30 mln per le squadre che retrocederanno in serie B.

La cifra che si ottiene viene così divisa:
1) 40% parti uguali;
2)  25% sostenitori;
3) 5% risultati ultima stagione;
4) 15% risultati ultimo quinquennio;
5) 10% risultati dal 1946/1947 all’ultimo quinquennio
Questi dati non vengono forniti ufficialmente dalla Lega Calcio, ma da interviste demografiche e dati Auditel ( il 50% della voce 2 è della Juventus, ndr).

La Juventus in questo modo riesce a prendere circa 100 mln di euro l’anno, tale cifra è destinata al mercato (Marotta fu chiaro in conferenza in tal senso, ndr). Se applicassimo il modello inglese, la Vecchia Signora incasserebbe la metà (considerano le commissioni italiane, ndr). Questo dato è da prendere con le pinze e non deve far gridare allo scandalo per una serie di motivi. In Inghilterra tutti gli introiti vengono destinati alle società di Premier. Tutte le commissioni non esistono. Inoltre, come abbiamo sottolineato in precedenza, non tutte le partite vengono trasmesse come accade in Italia. In tale sistema, dove il 50% delle partite passa in Tv, la Juventus avrebbe sicuramente un Facility Fee maggiore rispetto alle squadre di serie A.

Nel prossimo triennio, ovvero dal periodo che va dalla stagione 2016 a quella del 2019, la Premier League incasserà ben 5.136 miliardi di sterline (circa 7 miliardi di euro). A fronte delle 380 gare di Premier League, il contratto garantisce l’esclusiva della diretta per un totale di 168 match, divisi fra BT (42) e Sky (168). Diverso il costo per partita: circa 10,2 mln di euro per BT, mentre Sky ha addirittura raggiunto l’importo di 14,5 mln di euro.

Applichiamo ora le cifre che la Premier ha incassato al loro sistema di ripartizione e scopriamo che, dalla prossima stagione,  il bottino è di 2,456 miliardi di sterline (cifra comprensiva degli introiti dalle tv estere). Se sottraiamo la cifra dei proventi esteri di circa 744 milioni (circa 37 a squadra) arriviamo ai 1,712 miliardi. In pratica 42,8 mln di sterline per squadra. Ne deduciamo che la parte fissa per una società nella prossima stagione si aggira agli 80 mln di sterline (al cambio oggi sono 108 mln di euro). Facciamo una precisazione: la cifra dei proventi esteri è riferita alla stagione in corso. I dati riguardanti la prossima stagione non sono ancora trapelati con precisione, ma non si dovrebbero discostare di molto.

Una cifra incredibile da cui partire a cui si aggiungerà la parte variabile dovuta alle partite trasmesse e alla posizione in classifica di quest’anno. In pratica, tornando all’esempio iniziale del Newcastle, i Mgpies con un investimento di 22 mln di euro a gennaio in caso di salvezza da quart’ultimi incassrebbero inizialmente 108 mln di euro.

Tale cifra è già superiore all’incasso che la Juventus percepisce. Ecco perché in Inghilterra si spende così tanto.

Alberto Gencarelli

 

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