Quella sfida tra Tevez e la Juve: amarcord in salsa nipponica

Yokohama, 18 dicembre 2016. Il Boca Juniors, campione del Sudamerica, arriva alla finale della Coppa del mondo per club, guidato dal suo Apache, Carlitos Tevez. E, al suo fianco, c’è Pablo Daniel Osvaldo, un vero e proprio nomade del gol, che ha trovato finalmente la dimensione ideale a fianco del suo idolo. Hanno ancora negli occhi la Bombonera in festa, per la settima Copa Libertadores vinta. Che gioia, Carlitos è tornato in Argentina solo per quello.

LA NOTTE DI MILANO – Ma questo viaggio in Giappone ha un sapore particolare. In una notte dal sapore estivo, a San Siro, migliaia di cuori bianconeri hanno battuto all’unisono a quel gol di Paulo Dybala, che gli ha regalato un sogno: la Champions League, che mancava da troppo. Non c’era riuscito, Carlitos: era troppo forte quel Barcellona, ma un anno dopo la Joya ha servito la vendetta. Fredda al punto giusto. E pensare che Messi l’aveva detto: “Paulo farà parlare di sé”; beffardo il destino, a volte.

NEL SEGNO DEGLI EX – La cavalcata della Juve è stata segnata dagli ex. Llorente, con il suo Siviglia, aveva negato il primato nel girone ai suoi vecchi compagni, mentre agli ottavi Vidal e Coman sembravano ostacoli insormontabili. Ma si può scalare anche l’Everest, se si ha la giusta dose di follia. Che la Signora ha trovato nei lineamenti da bambino di quell’argentino venuto da Palermo. Lui e Mandzukic – uno che con Guardiola aveva un conto aperto – sono riusciti nell’impresa: i loro due gol allo Stadium e l’eroico catenaccio dell’Allianz Arena hanno significato passaggio del turno.

L’aveva detto Allegri: “Se battiamo il Bayern, siamo in finale”. Non è stata proprio una passeggiata di salute, ma Milano era davvero a un passo, dopo aver buttato fuori i marziani: Wolfsburg e Psg non potevano spaventare più di tanto. Quella vittoria del Barça nel Clásico, in semifinale, aveva però spento le speranze: non nel cuore e nei piedi di Dybala. E, ora, il nuovo numero dieci potrà sfidare il suo predecessore, un vecchio idolo. Nel cuore della tifoseria, ma anche in campo, ha preso il suo posto: Paulo cerca l’affermazione definitiva.

Le semifinali sono state una formalità per entrambe le squadre. Come al solito, il titolo di campione del mondo sarà una faccenda tra europei e sudamericani. Tra qualche ora, all’International Stadium, sarà Juve-Boca. A Tevez, forse, una lacrima scenderà, ma ci sarà poco tempo per le emozioni: c’è da vincere una coppa. Per i suoi colori, la sua gente. Ma, alla fin fine, pur se dovesse vincere la Juventus, un sorriso scapperà anche a lui. Non subito, magari, forse di nascosto. È che la Signora gli ha rubato il cuore.

Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)

Impostazioni privacy