Juve, ora testa ai confini nazionali. Torino e Carpi per chiudere il filotto

Il buongiorno della Juventus è stato rovinato dal malevolo sorteggio di Champions League, che ha messo prematuramente i bianconeri di fronte al super Bayern Monaco di Pep Guardiola. I ragazzi di Max Allegri, però, contro la Fiorentina hanno dimostrato che, quantomeno tra i confini nazionali, hanno ancora la possibilità di contendersi lo scettro.

LUCIDITÀ E TRANQUILLITÀ MENTALE – Ciò che ha colpito della partita contro i Viola è stata la lucidità con la quale i bianconeri hanno affrontato una partita delicata e soprattutto un momento delicatissimo. Sotto 0-1 dopo pochi secondi di partita, la Juve si è rialzata e ha iniziato ad attaccare ordinatamente, trovando subito il pareggio e continuando quell’incessante attività di chiusura e recupero palla. Dopo il gol del vantaggio, infatti, la Fiorentina non ha praticamente avuto altre occasioni da gol, mentre – soprattutto nel secondo tempo – i bianconeri hanno cercato insistentemente la via della rete trovandola soltanto a 10′ dalla fine. A inizio stagione la manovra era molto confusa e le reazioni ai sempre più frequenti svantaggi molto estemporanee. Allegri ha fatto crescere i suoi, sotto l’aspetto tecnico ma anche e soprattutto sotto quello mentale.

CHIUDERE IL CERCHIO – I bianconeri sono prepotentemente rientrati nella lotta al posto Champions, distanti oramai soltanto 2 punti da Napoli e Fiorentina. Per lo scudetto serve un ulteriore sforzo, perché recuperare 6 punti a questa Inter cinica e spietata sembra un’impresa ai limiti del possibile. Questi discorsi, però, sembrano troppo astratti e lontani nel tempo. L’obiettivo primario, ora, è quello di chiudere il cerchio, iniziato in un derby, passando per un altro scontro contro il Torino, in Coppa Italia (mercoledì ore 20.45) e arrivando alla sosta natalizia dopo la partita in Emilia a Carpi. Vincendo queste due partite, si concluderebbe il filotto e si andrebbe a riposo con una mente sgombra di pensieri. I progetti, però, lasciamoli agli architetti, ora bisogna solo continuare a pedalare: chi si ferma è perduto.

Luigi Fontana (@luigifontana24)

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