Dybala – 100 milioni di buoni motivi per non fare nessuna valutazione

In fondo è ancora un ragazzino. Di immensa qualità e dall’avvenire certamente brillante, ma pur sempre un ragazzino. Paulo Dybala, classe 1993, è sempre più il trascinatore di questa Juventus in versione remuntada. L’attaccante argentino è stato pagato 32 milioni di euro più 8 di bonus al Palermo di Zamparini, non certo bazzecole, ma sino ad oggi ha dimostrato sul campo di saper ripagare il grosso investimento che la dirigenza bianconera ha effettuato su di lui.

La Juventus del resto sui giovani crede parecchio. Difatti l’età media della rosa bianconera è scesa dai 29 anni dello scorso campionato ai 27 attuali. Nello spazio di una sessione di calciomercato soltanto. Non tutti figurano in pianta stabile nella formazione titolare di Madama, certo, anche se tutto ciò fa parte del naturale processo di crescita degli stessi giovani. Rugani ha sin qui collezionato un solo spezzone di gara infatti, ed Alex Sandro soltanto recentemente ha avuto modo di rivelarsi padrone della fascia sinistra a discapito dell’esperto Evra. Del resto non si approda in una grande squadra sicuri del posto, specie se l’età è ancora “acerba” nonostante le importanti qualità, e specie se la grande squadra in questione è la Juventus.

Anche Dybala ha cominciato la sua avventura a Torino come rincalzo. Davanti a lui, ai nastri di partenza della stagione, figuravano attaccanti come Mandzukic e Morata, oltre che Zaza. Chiaro, i concorrenti della Joya permangono ancora, non sono certo scomparsi. Dybala però ha lottato e sfruttato pienamente ogni singola occasione concessagli da Massimiliano Allegri a partire da agosto, siglando gol importanti e rendendosi autore di giocate e prestazioni da vero campione, che hanno trascinato la Juventus anche nel periodo grigio patito sino alle soglie di novembre. Le sette reti messe a segno in 945 minuti di campionato, condite da tre assist, lo confermano. Dybala ha dimostrato sul campo di valere i soldi investiti dalla proprietà nei caldi giorni di luglio, ma è giusto fermarsi qui, per ora. C’è ancora tanto da dimostrare e Dybala non è ancora che all’inizio del suo percorso e della sua scalata a campione di caratura internazionale. L’argentino è già in grado di far girare la testa agli avversari, nonché di risolvere le partite grazie ai suoi colpi di genio. Lo ha già fatto vedere in anteprima a Palermo, lo sta confermando a più alti livelli anche alla Juventus. Tuttavia, parlare oggi di una valutazione compresa fra gli 80 ed i 100 milioni di euro, sebbene in ottica futura, potrebbe rivelarsi deleterio. Chiedere a Pogba per credere.

Il punto è che, nonostante il calciomercato di questi tempi propini cifre da capogiro – in alcuni casi persino gonfiate sino al limite del credibile – è facile cadere in strombettate precoci e fare a gara a chi spara il prezzo più alto. Dybala è un grande talento per ora, ma non è un campione affermato. Attribuire un’imminente valutazione cosi alta ad un giovane calciatore non è sempre un bene, anzi. Lo si è appurato con Pogba, che pure è dotato di un repertorio tecnico impressionante, ampiamente messo in mostra con la Juve specialmente nel corso dell’ultimo biennio. A tal punto da essere designato come nuovo possessore della maglia numero 10 che negli ultimi anni è stata indossata da gente del calibro di Platini, Roberto Baggio, Del Piero e Tevez. Soltanto che il francese ha faticato non poco a diventare, di colpo, il leader di questa squadra. Le qualità ed il genio sono dalla sua, cosi come la spensieratezza delle sue giocate, tipica della sua età. Essere etichettato come il nuovo leader bianconero dopo la partenza di Tevez, etichetta fra l’altro sottolineata dalla valutazione di cento milioni di euro sventolata nel corso dell’ultimo calciomercato, ha sicuramente appesantito il carico di responsabilità dell’asso francese. Pogba è un fenomeno, ma non è diventato leader in virtù dell’affidamento della 10 bianconera e di una valutazione vertiginosa. Oggi Pogba sembra deludere proprio a causa delle importanti premesse, specialmente economiche, che lo hanno presentato a questa stagione. In realtà il giocatore transalpino, nonostante qualche gara giocata sottotono, sta contribuendo al ritrovo del gioco e dei risultati in casa Juve.

Non si faccia l’errore di caricare anche Dybala di responsabilità che non può sopportare dopo soli cinque mesi vissuti a Vinovo. La Joya è bene che continui a giocare con la freschezza della sua età, magari unita a quel pizzico di incoscienza che lo rende libero di provare anche quando sarebbe forse più opportuno non farlo, e ragionare. Ma in squadra già sono presenti coloro che detengono il compito di calmare gli spiriti, allenatore a parte. Ci sono i senatori, i veterani. Penseranno loro a limare le esuberanze tecniche del giovane attaccante, in collaborazione con la crescita personale dello stesso Dybala. La valutazione può essere dunque un repellente della giovialità del suo essere in campo, e della bellezza delle sue prestazioni. Al pari dei numeri di maglia che si trascinano dietro storie che rischiano di divenire fardelli, ed al pari degli eccessivi carichi di responsabilità che potrebbero limitarne l’estro. E i paragoni con Tevez? Anche quelli, sarebbe bene che valessero tanto quanto ciò che rappresentano: semplicemente una (seppur bella) statistica.

Rocco Crea (@Rocco_Crea)

 

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