Dybala torna a casa: “Vi raccontiamo la sua vita qui a Palermo”

È arrivato che era un bambino, se n’è andato con le stigmate da fuoriclasse. A Palermo, Dybala ha lasciato una parte di sé e, secondo quanto raccolto dalla ‘Gazzetta dello Sport’, in tanti conservano buoni ricordi del talento argentino: “Paulo è un bravissimo ragazzo”, racconta il magazziniere del Palermo che gli ha dato il soprannome ‘U picciriddu’.

“All’inizio era un po’ timido, ma siamo entrati subito in sintonia”, continua. E, poi, rivela un retroscena, che dimostra come Dybala non abbia dimenticato chi l’ha lanciato: “Dopo il debutto in Champions, ci ha spedito la sua maglia; un gesto che non è da tutti”.

“Paulo è un tipo tranquillo, non ha mai avuto richieste particolari: si è sempre sempre fidato di me”, dice invece il suo parrucchiere di fiducia, Mauro Caccamo. “L’unica volta che è uscito fuori dagli schemi è stato per la promozione in Serie A, facendosi ritagliare una A”. E poi svela: “Ci siamo sentiti e mi ha detto di andare subito da lui, magari per fare un taglio; se lo vedrete con un nuovo look, è merito mio”.

Ma Palermo, per Paulo, è stata anche sapori e odori: “La mattina veniva spesso a fare colazione da noi”, racconta il direttore del bar solitamente frequentato da Dybala. “Prendeva molte spremute di arancia, non eccedeva mai nell’alimentazione ed era sempre disponibile con tutti quelli che volevano farsi una foto con lui”.

“La levatura di un calciatore la misuri da come mangia”, dice il titolare del ristorante le ‘Antiche Mura’, il preferito dell’argentino. “Paulo amava il risotto ai frutti di mare, non beveva mai vino, ogni tanto un dolce. Nessun eccesso, era gentile con i clienti che lo riconoscevano. Non mi meraviglia che oggi sia alla Juve”.

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