Merchandising e prodotti illegali: dai 7 ai 10 milioni di perdite per le casse bianconere

Dodici milioni di euro, questa la cifra incassata dalla Signora grazie al proprio merchandising, acquisito per alimentare la passione bianconera in tutto il mondo. Un numero importante, certo, ma che potrebbe essere ben più ampio se non fosse per una vera e propria piaga: la contraffazione.

PERDITA INGENTE – Sì, perché la fabbricazione di prodotti contraffatti elimina una bella fetta di mercato alla società di Corso Galileo Ferraris, che percepirebbe dai 7 ai 10 milioni in più senza quella che sarebbe una vera e propria “fucina di contraffazione” insita, maggiormente, nel sud est asiatico. La vendita illegale di magliette, sciarpe, tazze, e qualsivoglia oggetto ambito dai tifosi juventini, crea dunque un danno non indifferente ai proventi del club di Andrea Agnelli.

LA TUTELA – Anche il legale della Vecchia Signora, Fabio Tucci, si espone in merito alla vicenda, sottolineando che ci sono già state le prime mosse per arginare questo fenomeno. “Le tutele esistenti dal punto di vista legale, penale e civile– annuncia all’incontro organizzato da Confcommercionon sono sufficienti per i club di calcio non solo per quanto riguarda la vendita di prodotti, ma anche per gli eventi nazionali e internazionali. Quello che manca è una legislazione che consenta ai club di ottenere il sequestro di prodotti look like, cioè non propriamente contraffatti ma molto simili agli originali che possono trarre in inganno. Per Torino 2006 era stata fatta una legge ad hoc, oggi c’è un progetto di legge contro il marketing parassitario in Parlamento. Chiediamo che venga approvato in tempi brevi”.

Persino nei pressi dello Stadium la vendita illegale regnava incontrastata, fino a che i primi movimenti del club non sono riusciti ad arginare il fenomeno del 95%. Una prima,  importante mossa, per rimediare ad una perdita davvero significativa.

*Virgolettato trascritto da Tuttosport.

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