Umiltà e impegno: la ricetta vincente di Stefano Sturaro

Il fuoriclasse è colui che, da un momento all’altro, può effettuare la giocata vincente che fa vincere le partite. Questo non è certo l’aggettivo attribuile al giovanissimo centrocampista sanremese, che dalla sua ha poca classe, ma tanta sostanza.
Il 2 febbraio 2015 si trasferisce a Torino con sei mesi d’anticipo dal previsto. La Juventus aveva bisogno di lui.

L’UOMO DELLA PROVVIDENZA – Nessuno si sarebbe aspettato, nella scorsa stagione, un impiego sistematico dell’ex rossoblu, e invece Sturaro gioca 12 partite, realizza un goal contro il Napoli ed esordisce da titolare in Champions contro il Real Madrid. Niente male per un centrocampista di appena 22 anni. Quest’anno per lui le presenze sono già sette; collezionate, come sempre, da pochi virtuosismi, quelli non fanno parte del suo repertorio, ma da tanto spirito di sacrificio. Il sacrificio e l’umiltà che gli permettono di farsi trovare pronto, sempre, di accettare senza problemi la panchina e gli permetteranno di raggiungere grandi obbiettivi con la Juventus, e chissà, magari anche con la Nazionale.

FUTURO ASSICURATO – La Juventus sta puntando su giovani di livello. Dybala, Lemina e Sturaro, appunto, ne sono la prova. Il centrocampista ligure fa parte di quella cerchia di giocatori che sono destinati a formare la “nuova Juventus“, quella del futuro. Centrocampista duttile, capace di adattarsi ad ogni ruolo del centrocampo. Il paragone con Gattuso appare quasi inevitabile. L’unica pecca, se proprio volessimo trovarne una, è la scarsa lucidità con cui, troppo spesso, sbaglia gli appoggi per i compagni di squadra. Ciò nonostante, l’ex Genoa resta determinante, in entrambe le fasi.

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