Calma e sangue freddo. L’impresa passa anche dalla testa di Chiellini

E’ mancato anche lui nel difficile e tormentato inizio di stagione bianconero. Giorgio Chiellini è ancora lontano dall’essere il solito trascinatore, attento e determinato, della retroguardia della Juve. A novembre inoltrato è il momento di fare ordine, rimettere ogni tassello al proprio posto, dimenticare ciò che ancora chiamiamo “inizio”, renderci conto che la stagione è inoltrata e che sbagliare non è più possibile. Fortunatamente Giorgio è una roccia, fisicamente e caratterialmente, e non vi è personaggio più indicato di lui per rinascere.

TESTA E PIEDI – Le urla del gorilla, in passato, si sentivano e sovrastavano un rumorosissimo Stadium. Il vice capitano bianconero, reduce da alcune prestazioni poco brillanti, è per carattere e per anni di militanza il punto di riferimento in difesa. L’errore tecnico compiuto in Germania contro il Borussia, con quella palla lasciata lì pronta per essere spedita in rete, fa coppia con lo sfinimento mentale del match di Reggio Emilia contro il Sassuolo. Chiellini è sanguigno, è impulsivo e ad un numero di troppo di Berardi ha reagito come un giocatore della sua esperienza non dovrebbe mai , per evitare di lasciare in difficoltà ancora maggiori la sua squadra già in svantaggio. Non dovrebbe, certo, ma può capitare. Anche lui, esplosivo come pochi, è caduto nella trappola. Errori di nervosismo ed errori tecnici. Adesso, però, calma e sangue freddo.

MAL COMUNE – La frustrazione del primo terzo di campionato andato via con una costante, ovvero il gol preso al primo tiro subito, anche chilometrico, deve finire e affinché possa esaurirsi in un lontano ricordo, serve la testa. Quella che è mancata ai giocatori della Juventus. Non solo a Chiellini, per intenderci. Il gorilla è un perno fondamentale della retroguardia della Vecchia Signora e vi sono pochi dubbi sul fatto che ritornerà ai livelli noti ovvero quelli che lo hanno consacrato a buon diritto tra i migliori difensori d’Europa. Di contro il periodo negativo del numero 3 bianconero ha messo in luce la freddezza di Leonardo Bonucci e l’immortalità di Andrea Barzagli, muro insormontabile. Insieme al capitano Buffon hanno reso possibile il raggiungimento di una prima fase di stabilizzazione che, adesso, ha bisogno di conferme.

Questo nuovo corso Juve (iniziato con leggero ritardo) non può e non deve concludersi con un misero terzo posto, ma con l’ennesima gloria. Per riuscire nell’impresa è necessario che Chiellini torni a fare il Chiellini. Magari con un gol al Milan, non sarebbe la prima volta.

 

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