Dal bianconero all’azzurro, parla Giaccherini: “Nazionale motivo di orgoglio. Il campionato è equilibrato, la Juve si sta riprendendo”

Il ritorno in Serie A di Emanuele Giaccherini è stato, fino ad ora, più che positivo. Con la maglia del Bologna l’ex bianconero è riuscito a conquistarsi anche la nazionale, riabbracciando così Antonio Conte, suo grande estimatore fin dai tempi della Juventus. E anche su quest’ultima, oltre che sulla sua convocazione, si è esposto il numero 17 rossoblù in conferenza a Coverciano. Ecco le sue parole riportate da gianlucadimarzio.com.

ORGOGLIO AZZURRO – “Per me ritornare in nazionale è motivo di orgoglio. E’ una cosa bellissima poter vestitre questa maglia, quindi sono davvero contento. Ho ritrovato un gruppo compatto, di grande entusiamo e che ha voglia di stupire. Differenze con la nazionale di Prandelli? Qui c’è un gruppo più unito, rispetto a quello. Magari lì c’erano più fuoriclasse, adesso ci sono molti giocatori che si sacrificano al meglio. Io, però, ringrazio Prandelli che mi ha portato in Nazionale. Non tutte le colpe di quanto successo in Brasile sono le sue”.

ADDIO DOLOROSO – “Fu doloroso lasciare la Juve, andando via dalla squadra più forte che c’era. Giocare in Inghilterra è stato bellissimo, perché il mio bagaglio culturale si è riempito. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto migliorare”.

PIRLO – “Non credo abbia bisogno di consigli. Lui è il calcio, non ci sono aggettivi per descriverlo. Credo che lui parlerà con l’allenatore, facendo le sue valutazioni. Non è compito mio dire se tornerà in Italia o meno. Per quanto riguarda le mie capacità, credo che la duttilità sia la mia arma migliore”.

CAMPIONATO EQUILIBRATO –Sono tornato in Italia con grande entusiasmo ed ho ritrovato un campionato molto più equilibrato con tante squadre che possono dire la loro per la vittoria finale. E’ equilibrato anche perché la Juve è partita un po’ a rilento, ma ora si sono rimessi a posto. Si sono rinforzate però anche le altri squadre. Se ho avuto paura di rimaner fuori? Ammetto di essermi rammaricato dopo gli infortuni. Quando torno a Coverciano è davvero come se fosse la prima volta”.

CONTE – “C’era un minimo di speranza che Conte mi richiamasse, ma dipendeva solo da me. Sul ct faccio eco a quanto dice Buffon: lui è un grande allenatore che lavora molto sul campo, che non lascia niente al caso. E’ bravissimo a rovesciare le cose quando non vanno. Mi aveva detto che sarei dovuto rientrare in Italia, la mia scelta di tornare è stata influenzata da quanto mi ha detto lui per la Nazionale”.

 

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