Elia: “Alla Juve non ho mai avuto una chance. Ma ho comunque imparato una cosa”

Arrivato da grande talento, la sua permanenza alla Juventus non ha lasciato ricordi. Eljero Elia, infatti, ha collezionato appena quattro presenze nell’anno trascorso in bianconero, prima di far ritorno in Germania, al Werder Brema. Un’altra breve esperienza, questa volta col Southampton in Premier League, prima del Feyenoord. Ma l’esterno olandese, nonostante tutto, è sicuro di non aver più niente da dimostrare: “A me stesso no”, dice a ‘Elf Voetbal’. “Ma forse ci sono ancora alcune persone dubbiose sul mio valore: ho davanti un bel pezzo di carriera per cercare di convincerli. Giocherò al massimo e vedremo cosa succederà”.

E se guarda al passato, a quella stagione in Italia, non ha rimpianti:Alla Juve non ho mai avuto una vera possibilità. A Torino ho dato tutto me stesso, ci ho messo l’anima. Arrivai in bianconero nell’estate del 2011, insieme a Pirlo. Quella Juve era molto forte, poteva contare su giocatori come Andrea e Buffon. Vincemmo lo scudetto da imbattuti, ma io giocai, se ricordo bene, solo tre gare da titolare. Da quell’esperienza imparai comunque tanto”.

Per esempio, dice, la mentalità vincente: quella dei giocatori italiani è impareggiabile. Sono dei veri e propri killers. Come Chiellini, ad esempio. Giorgio anche in allenamento faceva entrate decise su tutti, non importava chi si trovasse davanti. Ma era onesto: cercava sempre prima la palla, non l’uomo. È un difensore top”.

Come detto, però, Elia non torna sui suoi passi. E non considera quella scelta un errore: “Era la Juve.Un club in ascesa, con un nuovo stadio. E che avrebbe dovuto giocare con un aggressivo 4-3-3. Alla fine, però, Conte ha sempre schierato cinque difensori in campo, non esattamente l’ideale per le mie caratteristiche. Diciamo che sono stato sfortunato”. Non era destino, evidentemente.

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