Inter-Juve, l’analisi tattica: la prima dei ‘fantastic 3’, c’è ancora da lavorare

Una partita intensa, maschia, ma al tempo stesso godibile. Finisce zero a zero il derby d’Italia, inizialmente molto nerovoso e dai ritmi alti. Un legno per parte – Brozovic per l’Inter, Khedira per la Juve – e le due squadre si dividono il bottino. Torna finalmente il centrocampo titolare per i bianconeri, mentre Mancini sorprende con qualche scelta iniziale inaspettata.

L’Inter si schiera con un 4-3-1-2, che però è solo sulla carta. Jovetic, infatti, agisce molto di più sulla trequarti, insieme a Perisic: il croato, dal suo canto, si allarga molto sulle fasce, trovando più spazio sulla sinistra; a destra, infatti, un Barzagli sensazionale gli rende la vita difficile. Allegri, invece, ripropone il modulo ibrido delle ultime uscite: detto di Barzagli, fenomenale, è da sottolineare anche la prova di Zaza, sempre aggressivo e pronto a rincorrere l’avversario.

Khedira, Marchisio e Pogba – che gradualmente è entrato in partita – cercano con insistenza la verticalizzazione, cercando spesso proprio Zaza, che si propone e si fa vedere con frequenza. Il tedesco, in particolar modo, crea occasioni pericolose, ma l’attaccante italiano non è sempre bravo a sfruttarle. Il terzetto è bravo anche a innescare Cuadrado, che quando riesce a trovare spazio, particolarmente all’inizio, mette in affanno gli avversari.

Nel primo tempo, l’Inter cerca di fare la partita, mantendo il possesso e pressando alto, costringendo i bianconeri ad aspettare e ripartire, ma nella seconda frazione la Juve si fa vedere maggiormente e i nerazzurri gli lasciano più campo. In ogni caso, specialmente in mediana, i bianconeri possono fare di meglio. Le attenuanti ci sono: nazionali, condizioni fisiche non perfette, affiatamento da trovare. Da loro tre, però, si può ripartire: obiettivo risalire.

Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)

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