Juve-Siviglia, l’analisi della difesa – Retroguardia perfetta, non si passa con i “Fantastici 4”

I supereroi esistono. Combattono, utilizzano i loro poteri, vincono. Contro gli spagnoli ci voleva un match esemplare. E così è stato. Merito soprattutto di quei quattro. O meglio, dei “Fantastici 4“. Bonucci, Barzagli, Chiellini ed Evra. La difesa della Juventus, con elementi del genere in campo, può dormire sonni tranquilli. Il 2-0 porta la firma del “poker d’assi” composto dai tre italiani e dal francese. Mix tremendo di classe, consapevolezza, coraggio e determinazione. Nessun calo di concentrazione, margine d’errore che rasenta lo zero, brillantezza. I risultati parlano chiaro. Chissà se Buffon abbia fatto la doccia.

PRIMO TEMPO – Avete presente la perfezione? Beh, il quartetto bianconero s’è avvicinato moltissimo. Poche sbavature, tanta intensità e sacrificio da parte di tutti. Ogni componente delle retroguardia sosteneva l’altro, sostituendone la posizione durante uno spostamento di posizione. A trovare il migliore in assoluto, forse, si potrebbe nominare Andrea Barzagli. Davvero immenso. Sontuoso nella lettura del gioco, attento nel non concedere nulla e anche velocista improvvisato (sebbene le progressioni risultino assenti nel suo repertorio). Delizioso il cross per l’incornata vincente di bomber Morata. Chiellini combattente, Bonucci ordinato nell’impostare l’azione, Evra dispensatore d’esperienza in fase di chiusura.

SECONDO TEMPO – Cambia poco o nulla rispetto ai 45 minuti iniziali. Solidità, questa la parola d’ordine. Trovare una conclusione ad opera degli avversari risulta davvero difficile. Solo qualche cross calibrato male, infatti, costringe Buffon ad uscire dall’area piccola. Il poco pressing del Siviglia permette una tranquilla gestione della palla tra i membri della “quaterna”, mai domi e perennemente “sul pezzo”. Certe prestazioni confermano quanto le figuracce in campionato rappresentino solo un incidente di percorso. Khedira e Barzagli in formato deluxe avrebbero permesso a Insigne di trotterellare a trenta metri dalla porta? Forse no, ma con i “se” e i “ma”, lo sappiamo, non si va da nessuna parte. Sarà che la musichetta della Coppa Campioni, finalmente, ispira le giuste giocate ai calciatori juventini.

Paolo Panico

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