Ravanelli: “Questo tridente non sarà mai come Vialli-Del Piero-Ravanelli, ma può far bene”

Sulle colonne di Tuttosport, ecco l’intervista ad una delle bandiere storiche della Juventus: Fabrizio Ravanelli. “Penna Bianca”, infatti, analizza il momento dei bianconeri attraverso il quotidiano torinese. Qui riportiamo gli estratti più importanti.

ANALOGIE – “Analogie tra il nostro tridente bianconero, con Vialli e Del Piero, e l’attuale trio d’attacco della Juventus? Poche, noi eravamo tre attaccanti veri, a tutto tondo, che ci scambiavamo le consegne. Non sempre Vialli stava al centro, io a sinistra e Del Piero a destra, ma eravamo interscambiabili. Non solo: eravamo i primi difensori e ci sacrificavamo tantissimo per la squadra. Nell’attuale tridente, invece, faccio fatica a vedere Mandzukic sulla fascia: il croato è un centravanti classico, d’area di rigore, e difficilmente rientra per dare man forte al centrocampo”.

TRIDENTE – “Se Morata può giocare esterno nel tridente? Certo, Morata e, ovviamente, Cuadrado, che è un’ala di grande corsa, hanno le qualità per poterlo fare. Quali caratteristiche deve avere un attaccante per giocare nel 4-3-3? Qualità e quantità: deve fare gol in qualsiasi momento sobbarcandosi il lavoro del primo difensore. Appena è finita l’azione d’attacco deve andare a fare pressing sui portatori di palla avversari, mentre gli altri due attaccanti scalano per essere pronti a centrocampo. Insomma, bisogna essere sempre a disposizione delle esigenze tattiche della squadra. Se ripenso alla nostra organizzazione, mia, di Vialli e Del Piero, in fase di non possesso palla… Era perfetta”.

CON ALVARO – “Morata consente ad Allegri di avere un sistema di gioco alternativo? Possiede sia il fisico sia le qualità, deve soltanto migliorare nella fase difensiva, ma non penso sia un problema quando c’è la predisposizione. Certo, dovrà correre di più, rientrare per aiutare i compagni ma nello stesso tempo farsi trovare in attacco. Il rischio, però, è quello che Morata perda lucidità in fase di realizzazione? E’ vero, quando ti sobbarchi il lavoro difensivo c’è il pericolo che tu sia meno lucido davanti alla porta, ma per ovviare a questa pecca basta il lavoro. Serve tanta preparazione, ricordo quanto lavoro fisico facevo ai miei tempi per essere pronto a correre e ad avere lucidità sotto porta. Per il resto Morata ha le qualità per diventare un grande attaccante: davanti a sé ha un futuro roseo. Fondamentale sarà però l’approccio mentale: lo spagnolo deve restare umile e capire che non è lui a essere importante per la Juventus, ma è la Juventus a essere importante per lui”.

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