L’elogio alla calma: il giornalismo sportivo italiano e quei giudizi affrettati

La sosta per le nazionali, per i calciofili, è spesso un “fastidio”, specialmente quando arriva dopo appena due giornate di campionato. È un po’ come avere sotto il naso il profumo di una torta, ma senza poterla gustare: una tortura.

Ma anche i quotidiani sportivi hanno i loro problemi: finito il calciomercato, gli argomenti di cui parlare sono ben pochi. A meno che non si assecondi il “sentimento popolare” (cit.) e, dunque, si dia alla gente ciò che vuole leggere. Il rischio che si corre, però, è quello di lanciarsi in giudizi affrettati, dettati più dal sentimento che dalla ragione.

L’EQUILIBRIO – Il caso particolare, ovviamente, è l’inizio difficile della Juventus. Su queste pagine, nonostante la natura faziosa del nostro portale, non avete mai letto e mai leggerete opinioni parziali, dettate dal tifo, tantomeno accadrà in quest’occasione. Negare che i bianconeri abbiano qualche problemi da risolvere è sbagliato, ma annunciare catastrofi imminenti lo è altrettanto. È giusto criticare ciò che si ritiene errato nell’operato dei dirigenti e dell’allenatore, non lo è invece screditare a prescindere e in malafede. La Juve che domina per quattro anni di fila dà fastidio, magari anche alle televisioni, che rischiano così di offrire un prodotto noioso e, quindi, un po’ di “cambiamento” fa piacere: il compito di chi opera nel campo dell’informazione sportiva, però, è un altro.

“LASCIARE LA SCIARPA A CASA” – Per la sua stessa natura, molto più passionale rispetto al mondo della cronaca, il giornalismo sportivo è tendenzialmente più aperto a influenze esterne – leggasi tifo. La bravura di chi racconta lo sport, che sia il calcio o qualunque altro, sta proprio nel “lasciare la sciarpa a casa”. Ora, si parla di Juve e quindi sembra facile pensare che questa sia una difesa alla squadra che seguiamo da più vicino, ma non lo è. Si tratta semplicemente di ristabilire l’ordine e fare chiarezza, per quanto possibile.

CALMA – Come detto, la Signora ha qualche problema, cosa del tutto normale dopo aver cambiato tanto in una sola estate. Nessuna squadra, neanche le corazzate degli sceicchi, si costruisce in un così breve lasso di tempo. Una squadra non è una collezione di figurine, bensì un gruppo di uomini che, appunto, devono prima creare i giusti rapporti tra di loro per poi esprimere in campo tutte le loro qualità. Fare ciò, tuttavia, richiede tempo e lavoro.

I PRO E I CONTRO – Si poteva fare di meglio in estate? Probabilmente, sì. Ad esempio, sarebbe servito un centrocampista d’ordine, in grado di sostituire Marchisio quando assente. Potrebbe esserlo Lemina, che però è arrivato un po’ troppo tardi. La gestione della “questione trequartista”, poi, poteva essere migliore: a prescindere da Draxler, un fantasista andava preso in tempi più celeri, dato che era una richiesta esplicita dell’allenatore, forse non completamente condivisa dal management. Tuttavia, Hernanes rischia di diventare l’uomo in più di questa rosa, la sorpresa. Anche per quanto riguarda le cessioni, probabilmente, si sta esagerando un po’ troppo: Pirlo e Vidal hanno disputato l’ultima stagione sicuramente non ai loro livelli, anche se il loro apporto nello spogliatoio, nell’immediato, manca. Alla fine, il discorso ritorna sempre lì: c’è bisogno di tempo. Tra tutti i ma e i però, è sicuro che Marotta e Paratici hanno costruito un gruppo di grandissima qualità tecnica.

MENO CERTEZZE, MA… – Ciò non vuol dire che la Juventus vincerà sicuramente lo Scudetto, questa certezza forse non c’è più, ma sicuramente i bianconeri non sono la squadra vista fino ad ora: alla tecnica dovranno abbinare qualità mentali indispensabili per riuscire a ottenere risultati. Sotto questo punto di vista, la trasferta di Manchester potrebbe rivelarsi un punto di svolta: un risultato positivo, infatti, darebbe una grande carica a Buffon e compagni. La verità, spesso, sta nel mezzo. E, quindi, attenzione nei giudizi: il rischio è di venir smentiti a stretto giro di posta.

Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)

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